QUANDO I BATTERI SI RENDONO CONTO CHE VIVONO NELLA NOSTRA "CACCA" ... ... SI SCHIFIANO.

Tanto TANTO tanto tempo fa … in una epoca lontana lontana lontana … nessuno credeva che esistessero batteri, virus o funghi.

Ma manco uno!

A partire dai filosofi greci – Aristotele in testa – si riteneva che gli esseri viventi più semplici si generassero spontaneamente dall’aria o dalla polvere.

O piuttosto dal fango …

Per la scienza, vermi, scarafaggi, rane e salamandre nascevano “dal nulla”.

Così, spontaneamente!

Alcuni sostenevano persino che i topi nascessero dal grano umido, invece i pidocchi dalla rugiada delle piante.

E in questa era di "oscurantismo" scientifico e di vite fatte di DOGMA, quando arrivò la peste e milioni di Europei furono falciati o sfiorati dalla “morte nera”, nessuno riuscì a trovare una spiegazione migliore di una punizione divina.

Quanto piuttosto di una "maledizione".

Così, quale capro espiatorio suonò migliore delle “fatture” delle streghe e degli incantesimi degli “ebrei”?

("Ebrei" con estremo rispetto)

Nel 1500 qualcosa comincia a cambiare.

Perchè già nel periodo che va da metà del 300 a buona parte del 500 l'Italia si trova nel posto perfetto per "raccogliere" e "re-inviare" in tutta Europa il topo nero, la pulce d'acqua e il "bacillo della peste".

Nonchè il treponema pallidum (agente della sifilide) proveniente dalle Indie (il centro America) per grazia del Buon Cristoforo Colombo.

Il premio per aver conquistato l’ennesimo mondo “selvaggio e ostile”… Perchè c'è sempre un Italiano nel mezzo.

La storia dei “batteri” inizia timidamente con il medico italiano Girolamo Fracastoro (c’è sempre un italiano nel mezzo) che postulava che proprio la sifilide – malattia sessualmente trasmessa – venisse diffusa da alcuni “semi” contratti durante i contatti intimi.

Fracastoro anticipa di 184 anni l’olandese Antoni van Leeuwenhoek (Antoni per gli amici) proprietario di un negozio di tessuti con la passione per la scienza.

Nel suo tempo libero produceva strumenti che superano in precisione e in potenza i microscopi dell’epoca, rendendo possibili ingrandimenti fino a 270 volte!

Le prime lenti risalgono al 1668, quando Antoni aveva 36 anni. Nel corso della sua vita costruirà 500 lenti di ingrandimento e 10 microscopi di cui era molto geloso.

Egli, un giorno, incuriosito dal tartaro dei denti, lo analizza al microscopio e scopre l‘esistenza di “animaletti” orali che, successivamente, confronta con quelli di provenienza fecale, notando sorprendenti differenze tra i microbi di questi due habitat.

Soprattutto differenze tra quelli provenienti da individui sani e quelli malati.

E come leggerai nell'ultimo capitolo del nostro libro (in Appendice) proprio i batteri della placca dentaria hanno un ruolo dell’eziologia del tumore del colon-retto, della colecisti, del pancreas e dell'esofago.

Altro che Helicobacter Pylori!

Le scoperte di Antoni destò un certo scalpore e iniziale scetticismo tra I membri della Royal Society di Londra, a cui inviò i suoi resoconti nel 1673.

Ma fu soltanto 4 anni dopo – organizzata una dimostrazione di fronte a una delegazione della Royal Society – che venne accettata l'esistenza di questi organismi unicellulari.

Antoni proseguì le sue osservazioni apportando un contributo fondamentale alle ricerche già in atto in medicina e fisiologia, ma anche novità assolute che inaugurano nuove vie di sperimentazione.

Aiutando a porre le basi del metodo sperimentale moderno.

Cioè creando le “condizioni di laboratorio” per la verifica – e la valutazione “quantitativa” - delle ipotesi formulate.

E’ la scoperta di un universo sconosciuto.

E’ la nascita del prototipo della moderna batteriologia.

TU come sei rimasto rispetto a ciò che hai letto?

E puoi immaginare come ci sono rimasti male i batteri che si sono resi conto di vivere nella cacca???

Se sei una di quelli che hanno letto il libro, sentiti libero/a di scrivere un commento, postare un feedback e continuare ascoltare la tua pancia.

Perchè la tua salute vale!

Author
Gabriele Prinzi

Medico chirurgo spec. in chirurgia d’urgenza, Iscrizione ordine dei medici di Palermo n°13262,