Vitamina D per per prevenire Demenza e Alzheimer

La malattia di ALZHEIMER è la principale causa di Demenza negli anziani.

A causa della sua alta prevalenza e incidenza, delle conseguenze sociali e della mancanza di farmaci per la guarigione, rappresenta una profonda preoccupazione a livello mondiale.

Curiosamente però, l'insorgenza dell'Alzheimer può essere modificata.

Infatti, vi sono fattori di rischio inevitabili (come una maggiore aspettativa di vita oltre 80 anni) ma ve ne sono altri che possono ridurre la sua diffusione!
Come si evince dalla sua diminuzione negli ultimi vent'anni in Inghilterra.

La vitamina D per esempio, potrebbe essere strumento terapeutico importante per influenzare la storia naturale della Demenza!!!

Oltre agli effetti sulla salute delle ossa infatti, esercita effetti su una varietà di organi bersaglio, incluso il cervello. Questa vitamina - in effetti un ormone steroideo! - svolge un ruolo nel metabolismo del calcio e nella regolazione della salute delle ossa.

Ma... Negli ultimi dieci anni... l'accumulo di prove SCIENTIFICHE ha evidenziato CHE LA CARENZA DI QUESTA VITAMINA non influisce SOLAMENTE su calcio e ossa ma anche su altri organi bersaglio. Incluso il cervello!

Le prove sul ruolo della Vitamina D nel sistema nervoso centrale (SNC) sono sempre più descritte. Sembra che l'ipo-vitaminosi D, che colpisce almeno un miliardo di persone in tutto il mondo, sia strettamente associata a disfunzione (mancato funzionamento) neurologica e declino cognitivo negli anziani.

Una delle azioni della vitamina D include la capacità di degradare la Betaamiloide - la proteina che si accumula nell'Alzheimer - e agisce con effetti antiossidanti, antiinfiammatori, e protettivi rispetto ai meccanismi neurodegenerativi associati alla malattia di Alzheimer (AD).

La correzione dell'ipovitaminosi D è stata riportata da vari studi che associano concentrazioni più basse di vitamina D e cambiamenti cerebrali e cognizione più povera, in particolare per quanto riguarda la disfunzione esecutiva.

Studi epidemiologici hanno costantemente dimostrato un'associazione tra inadeguata assunzione di vitamina D e disturbi cognitivi, incluso un maggiore rischio di Alzheimer.

Sebbene non esistano "studi randomizzati controllati verso placebo", diversi altri studi rilevano che i più anziani hanno AVUTO MIGLIORAMENTI cognitivi DOPO 1-15 mesi di INTEGRAZIONE con vitamina D.

Pertanto, sembra fondamentale mantenere le concentrazioni di vitamina D a livelli sufficientemente elevati per rallentare, prevenire o migliorare il declino neurocognitivo.

LA VITAMINA D è L'UNICO Ormone che si produce dal SOLE. Può anche essere Introdotta con la dieta.

Il corpo umano potrebbe produrre grandi quantità di D3 dopo "modesta esposizione" ai raggi UVB (15/20 minuti) tra le 12 e le 14.
... ma a causa di una VARIETÀ di CAMBIAMENTI dello STILE di VITA, questa vitamina è oggi per lo più ottenuta da fonti alimentari. Che sono insufficienti...

La comunità scientifica internazionale SI È CONFUSA nella SCELTA del REGIME di DOSAGGIO (cioè se fornire integrazioni a intervalli giornalieri, settimanali, mensili o più lunghi) perché la PROGETTAZIONE DI QUALUNQUE studio clinico sulla vitamina D - e di conseguenza i suoi risultati - risulta FALSATI da un errore statistico!

Il risultato? Poche informazioni... E molto confuse. VA PRESA OGNI GIORNO. CON ALCUNE PRECAUZIONE. Pochi i medici capaci di prescriverla nel modo giusto... ma per fortuna ci sono :)

Ne avevo già parlato in questa pagina:

http://gabrieleprinzi.it/vitamina-d-la-grande-incompresa/

 

http://gabrieleprinzi.it/soffri-di-osteoporosi-o-hai-livelli-di-vitamina-d-sotto-le-scarpe/

Continua a seguire QUESTA PAGINA DI INFORMAZIONE GRATUITA - che risulta essere SCOMODA PER CERTI INDIVIDUI (laureati in Google o Facebook) PERCHÉ RISVEGLIA LE COSCIENZE !

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Author
Gabriele Prinzi

Medico chirurgo spec. in chirurgia d’urgenza, Iscrizione ordine dei medici di Palermo n°13262,