IL REGIME ALIMENTARE
DELLA DOTT.SSA LATTANZIO (con bibliografia per gratuita consultazione).
In riferimento alle
numerose domande, riporto in questo post ciò che scrive la Collega elvetica
(link in fondo al post).
CIBI SI
La dieta del paziente
comprende:
-uova,
-carne,
-pesce,
-vongole,
-patate, carote,
sedano, spinaci, barbabietole, bietole,
-cioccolato fondente
(almeno il 70 +% di cacao),
-riso,
-miglio,
-carruba,
-noci,
-olio extravergine,
olio di semi d'uva,
-timo, salvia,
rosmarino,
-caffè, tè verde
-piccole quantità di
mandorle.
Le mandorle,
nonostante contengano fruttosio, fanno ancora parte della dieta del paziente,
in quanto sono BEN TOLLERATE IN PICCOLE QUANTITA'.
Si consiglia di
consumarle insieme ad una fonte di amidi (riso o patate) per attivare il
trasportatore GLUT2 come rimarcato nelle referenze bibilografiche.
Qualsiasi alimento,
bevanda o erba non presente nell'elenco precedente e non conforme alle linee
guida del trattamento è escluso dal protocollo dietetico.
CIBI NO
In particolare, devono
essere esclusi gli "alimenti trasformati" contenenti
- dolcificanti
artificiali,
- sciroppo di mais ad
alto contenuto di fruttosio,
- sorbitolo,
glutammato e aspartame.
- bevande analcoliche,
- succhi di frutta
- la maggior parte dei
dolciumi.
Gli alimenti
contenenti FRUTTOSIO LIBERO, come miele e frutta, DEVONO ESSERE ELIMINATI DALLA
DIETA DEL PAZIENTE.
Anche la maggior parte
dei legumi, del grano e della maggior parte dei cereali e molte verdure che contengono
fruttani e inuline devono essere rimosse.
Bisogna prestare
attenzione anche agli eccipienti in preparati farmacologici QUALI pillole,
sciroppi e soluzioni idroalcoliche.
La dieta del paziente
non influisce sull'apporto energetico giornaliero totale (2.200–2.400 kcal /
giorno), MA SUL PROFILO NUTRIZIONALE riguardante una RIDUZIONE DEI CARBOIDRATI
E UN AUMENTO DELL'ASSUNZIONE DELLE PROTEINE E GRASSI.
La dieta del paziente
è quindi composta daL
- 31–36% di
carboidrati,
- 30–32% di grassi,
- 25–27% di proteine
- 9–10% di fibre.
DIARIO ALIMENTARE
Al fine di valutare il
suo apporto alimentare, alla paziente è stato chiesto di tenere un diario
alimentare.
Questo richiede al
soggetto di elencare il cibo consumato e lo stato di salute, segnalando la
presenza di "sintomi": dolore diffuso, affaticamento, rigidità
mattutina, funzionalità intestinale, mal di testa, qualità del sonno, crampi,
sensazione di formicolio alle dita delle mani e dei piedi, cambiamenti di
umore, ansia e umore depressivo tra gli altri.
Questo metodo:
1) consente di
valutare l'impatto delle modifiche dietetiche in base ai sintomi;
2) Rende il paziente
un SOGGETTO ATTIVO per combattere la malattia,
3) contribuisce
notevolmente alla motivazione del paziente e al rispetto del protocollo in
quanto rende il paziente consapevole del suo potere sul controllo dei sintomi.
Il paziente ha
infranto il protocollo dietetico: cibi "non ammessi" sono stati
arbitrariamente, deliberatamente e volontariamente assunti (ad esempio, tra gli
altri: mangiare una pera, o un fico, o una cipolla, o un asparago).
Queste infrazioni
giocano un ruomo come "prova del nove" ed è significativo per tre
motivi:
1) permette di
escludere una componente importante del placebo nella remissione dei sintomi,
2) valuta l'efficacia
a breve termine del trattamento,
3) convalidare il
protocollo come cura finale o protocollo di remissione.
La ricomparsa dei
sintomi è correlata ai difetti della dieta.
Il trattamento porta a
una remissione ma "non e' una cura definitiva".
Due mesi dopo l'inizio
della dieta il paziente è stato notevolmente migliorato in ogni aspetto.
Ha riacquistato la sua
visione mentale positiva.
È tornata alla piena
occupazione.
Ha recuperato la sua
energia e vitalità come non faceva da anni.
Trovi il lavoro
scientifico della Collega elvetica qui:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5936760/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5715322/
Perchè la tua salute
vale!